la Commenda
Sita in provincia di Viterbo, Comune del Lazio, nel grazioso paese di Vignanello (località Centignano), rinomata località di villeggiatura già dal IX secolo a.C., La Commenda dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, dimora d’interesse storico, è immersa nel verde delle stupende colline viterbesi, circondata da platani e maestosi elci.
Il paesino di Vignanello è poco distante dal capoluogo viterbese e distante circa 70 Km dall’incantevole Capitale romana. L’origine del nome “Vignanello”, è probabilmente legata alla presenza sul territorio di numerosi vigneti ed infatti, tale località, è da secoli conosciuta soprattutto per i suoi rinomati vini: il Vignanello Superiore, il Santa Bruna, il Rulliano, il Domnico, per i quali vi è stato il riconoscimento, nel 1992, della Denominazione di Origine Controllata (DOC).
Tale “nettare degli dei” viene celebrato dal 10 al 15 Agosto di ogni anno, con la tradizionale festa del vino sulle pendici dei Monti Cimini, ma Vignanello è altresì conosciuta per le deliziose nocciole (del tipo Tonda Gentile Romana), per le castagne, per l'uva e per l’eccellente olio extra vergine di oliva, oltre a tutti i prelibati prodotti gastronomici rigorosamente caserecci.
Attualmente la Commenda risulterebbe esser la Chiesa piu' antica di tutta la Tuscia (1212 ) ed è stata riportata agli antichi splendori prima con opere di restauro ideate dal Principe di San Severo Guido d'Aquino di Caramanico e, dopo la sua morte, dal figlio Filippo che ha continuato i restauri con la consulenza dell’artista Cesare Barro che è riuscito ad abbinare la praticità e linearità Statunitense, mantendo la struttura ed il gusto Europeo.
L'inconfondibile impronta di Cesare Barro emerge anche nei dettagli della Commenda: le suites con letti in ferro battuto, le lucerne dell’Ordine di Malta che ravvivano la residenza, tavoli e mobili d’antiquariato perfettamente integrati nel nuovo stile di questa residenza. Tale accurato restauro ha lasciato inalterata la natura storica della Commenda dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, dotandola di tutti i confort moderni per ottenere un posto speciale dedito al relax ed alla tranquillità della campagna.
Annessa alla dimora, si rinviene un’antica Chiesa che affaccia direttamente sul cortile. Chiesa intatta nel suo splendore ed ancora utilizzata per le celebrazioni private della famiglia d'Aquino di Caramanico.
Storia della Commenda
La realizzazione iniziale della Commenda dei Cavalieri dell’Ordine di Malta, è precedente al secolo XV d.c. gli ultimi studi fatti dall'Universita di Roma La Sapienza - Facoltà di Architettura ( Professoressa Lia Barelli ) indicano come data il 1212, altri sudi fatti dal Professor Maurizio Grattarola attestano che parliamo della chiesa piu' antica della Tuscia http://www.julianellum.it/l-opulentissima-commenda-della-madonna-santissima-di-centignano/ anche se il primo "commendatore" documentato risale al 1520 a. C.; nobile romano, Cavalier Tiberio Capoferro, fratello del governatore di Vignanello (Viterbo), Mons. Domenico Capoferreo.
Dai documenti ufficiali, depositati presso l’Archivio del Sovrano Militare Ordine di Malta, risulta essere “commendatore”, nel 1586 a. C., frà Nicolò Tornaquinci del Priorato di Pisa e La Commenda, denominata di Santa Maria di Centignano, fu molto opulenta al tempo che i Cavalieri di Malta avevano la loro sede nella Rocca di Viterbo, ad essi concessa da Papa Clemente VII nel 1523 a. C..
La missione dei cavalieri di assistenza ai pellegrini si è pertanto svolta in questo antico casale, che rimase la loro residenza per diversi secoli fino all'occupazione Napoleonica dell'isola di Malta nel 1798 d.C..
Successivamente La Commenda fu ceduta ai feudatari del luogo, Conti Marescotti; Conti di Vignanello dal 1536. Un ramo dei Conti Marescotti si estinse nei Martini Marescotti e questi, a loro volta, si estinsero agli inizi del XX secolo a. C., nei Principi del Drago di Parrano. Più tardi La Commenda venne ceduta agli attuali proprietari, Principi d'Aquino di San Severo che ne curarono il restauro dell’intero complesso.
La Commenda, dal punto di vista dell'impianto architettonico, ha subito varie modifiche nel corso dei secoli. Attualmente, e grazie al pregiato restauro, La Commenda ha riacquistato l’originario aspetto risalente al XIX secolo a. C.. Si possono notare infatti, nel salone dell’ex aula della Chiesa, le travature principali delle capriate che reggono il tetto, per la maggior parte autentiche, come originali ed intatte sono le riquadrature delle finestre esterne e delle porte interne realizzate in marmo peperino.